Vivere di Turismo Festival. Quando l’ospitalità dona la vita a un paese: la storia di Castè
Pubblicato da il 12/08/2025
Ci fa piacere raccontare questa piccola storia di un bellissimo borgo come ne abbiamo numerosi anche nella nostra zona.
La rinascita di Casté: da 6 residenti a 65 posti letto
In un tempo in cui l’ospitalità sembra spesso legata solo ai numeri, alle OTA (Online Travel Agency, ovvero agenzie di viaggio online), alla pressione stagionale… ci sono ancora storie che ricordano l’essenza più vera di questo mestiere.
Come quella di Castè, un piccolo borgo ligure incastonato tra boschi e silenzi, che negli anni Duemila contava appena 6 residenti.
Oggi, grazie all’impegno di chi ha creduto nel valore dell’accoglienza autentica, Castè è rinato. Ha 25 abitanti, 65 posti letto e una comunità viva che ospita con il cuore prima ancora che con le chiavi.
Non troverai luxury hotel né ristoranti stellati. Troverai pizza in piazza, vino sotto le stelle, rassegne culturali organizzate da chi ha lasciato la città per tornare a vivere (e far vivere) questo luogo.

Una storia semplice ma profonda, che scoprirai attraverso le parole di Serenella, che da Milano si è trasferita qui per amore del luogo, delle persone e dell’idea di un turismo più lento, sostenibile, umano.
“Casté, un piccolo e antico borgo ligure, è incastonato a 370 metri sul livello del mare tra i boschi, appunto, tra il Parco nazionale delle Cinque terre, nel comune di Riccò del Golfo di La Spezia, e le Alpi Apuane. Un territorio in linea d’aria prossimo ai luoghi turistici presi d’assalto nei periodi estivi (e a rischio over tourism), ma impegnativo da raggiungere.
Da Castè, tanto per rendere l’idea, si raggiunge Corniglia (un comune delle Cinque Terre), circumnavigando una montagna: occorrono circa 2 ore in bici percorrendo circa 19 chilometri, e un’oretta in auto percorrendo circa 32 chilometri. Per ‘scendere a Spezia’ in auto si impiega quasi mezz’ora. L’accessibilità, dunque, è uno dei motivi che nel tempo – a partire dagli anni Sessanta – ha svuotato il borgo in favore delle comodità di valle, lasciando a Casté solo 6 abitanti residenti negli anni Duemila. “
Il lavoro di Marco si concentra, inizialmente, sul recupero degli immobili e sulla valorizzazione degli stessi, e poi sull’opera di convincimento sugli ex residenti a replicare l’esperienza.
La creatività di Serenella e di suo marito contribuiscono, intanto, ad arricchire la vivacità culturale del territorio e nasce una rassegna estiva in grado di attrarre viaggiatori e turisti di prossimità. Anno dopo anno, l’evento cresce e contribuisce ad attirare altri visitatori; Serenella e suo marito, nel frattempo, nel 2013 lasciano Milano per trasferirsi qui stabilmente.
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Fonte: Vivere di Turismo Festival
