I nuovi montanari italiani e stranieri ripopolano l’Appennino bolognese. la popolazione residente salita da 69.269 a 70.647
Pubblicato da il 25/04/2025
Migrazioni verticali: tra il Censimento 2021 e il 31 dicembre 2024 la popolazione residente nei quindici comuni montani e collinari è salita da 69.269 a 70.647, +2%. Le variazioni più significative hanno interessato Vergato (295 abitanti in più), Alto Reno Terme (204), Monghidoro e Loiano (143) e Castiglione dei Pepoli (113); significativi incrementi a Marzabotto (+88), Gaggio Montano (84), Camugnano (82) e Lizzano in Belvedere (80). L’unico comune in calo è Monterenzio: -18
Nel volume “Sette montagne, otto colline e una pianura” – descritto in un precedente articolo su Cantiere Bologna – ci siamo chiesti se riabitare i territori fragili emiliani e romagnoli indagati nello studio sia possibile. La risposta che viene dai dati demografici aggiornati a fine 2024, recentemente pubblicati dall’Istat, è positiva: nella maggior parte dei 118 comuni di montagna e di collina interna negli ultimi tre anni la popolazione residente è aumentata, invertendo così una pluridecennale tendenza allo spopolamento.
L’Appennino bolognese è il territorio dove questo fenomeno si presenta con la maggiore evidenza: nei tre anni compresi tra il Censimento 2021 e il 31 dicembre 2024 la popolazione residente nei quindici comuni montani e collinari rappresentati nel grafico è salita da 69.269 a 70.647, facendo così registrare un incremento di 1.378 persone (pari a +2%). In termini assoluti le variazioni più significative hanno interessato Vergato (295 abitanti in più), Alto Reno Terme (204), Monghidoro e Loiano (in entrambi i casi 143) e Castiglione dei Pepoli (113); significativi anche gli incrementi di popolazione che si sono registrati a Marzabotto (88 residenti in più), Gaggio Montano (84), Camugnano (82) e Lizzano in Belvedere (80). L’unico comune che ha registrato negli ultimi tre anni un lieve calo di popolazione è Monterenzio (18 abitanti in meno).

La tendenza a riabitare questi territori ha quindi interessato sia i sette comuni compresi nella fascia montana di crinale (in complesso 694 residenti in più, pari a +2,5%) sia i cinque comuni della montagna intermedia (471, pari a + 1,9%) e anche i tre comuni della collina interna (213, pari a +1,2%). Il dato interessante è che in termini relativi l’incremento più forte si è registrato nei territori più lontani da Bologna, privilegiando in particolare le località collocate nei fondivalle.
Interessanti sono anche le informazioni che disaggregano l’incremento dei residenti descritto in precedenza tra cittadini italiani (114 in più nei tre anni considerati) e stranieri (1.264 in più). In un contesto segnato in tutti i comuni da una forte prevalenza dei decessi sulle nascite, il fattore che ha determinato il ripopolamento è stata la forte capacità di attrazione di italiani e soprattutto di stranieri.
Per comprendere meglio che cosa porta le persone a insediarsi in questi territori è necessario indagare il loro profilo socio-demografico (in particolare età, sesso, nazionalità e composizione del nucleo familiare), la situazione occupazionale, la condizione abitativa e infine i motivi che li hanno spinti a compiere tale scelta. Sarebbe anche importante raccogliere un loro giudizio su questo primo periodo di residenza nei territori montani e collinari, per potenziare la capacità di attrazione di questi comuni e assicurare che il ripopolamento prosegua anche nei prossimi anni.
Fonte: Cantiere Bologna – Gianluigi Bovini e Franco Chiarini, demografi e statistici

